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10.  I COLORI

 

 

Con i suoi colori Canuti aveva un rapporto viscerale. Colori della terra e delle spezie. Pretendeva vigore e materialità nelle pennellate, ma i colori colavano sulla tela che li aspettava solo quando erano maturati, con un garbo negli accostamenti e una grazia unica, che le forme acquisivano passando dai suoi occhi.

A volte qualche signora andava in negozio per acquistare un quadro e gli chiedeva di farle vedere qualcosa sul tono del verde, o del rosso… che si sarebbe intonato con i colori del salotto, così come se si trovasse in un negozio di tessuti o di carta da parati.

Ermanno raccontava questi aneddoti senza meglio specificare quali erano le sue risposte del caso. Per lui che aveva tanta passione per la pittura, sentire che era questo il criterio con il quale quelle persone intendevano scegliere un’opera era inconcepibile. Lui che quando descriveva la forza di un giallo o di un rosso stringeva i pugni e li scuoteva per farti capire la potenza che intendeva.

Era un spettacolo vederlo mentre componeva i colori sulla tavolozza. Intingeva i pennelli nelle varie tinte con una velocità e una familiarità sorprendenti. A volte penso che avrei potuto osservarlo di più per imparare qualcosa anch’io, ma era quasi impossibile tenergli dietro. I colori li creava con una specie di spontaneità naturale, sembrava quasi senza calcolo, con la facilità con la quale si cammina, si respira: senza pensare ad ogni singolo movimento.

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(...) la vie afflue et s’agite sans cesse,

comme l’air dans le ciel et la mer dans la mer (…)

 

[la vita affluisce e s’agita senza tregua

come l’aria nel cielo e il mare dentro il mare

(Charles Baudelaire, Les fleurs du mal)]

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La luna mi chiama.

Esco e indosso

questo mantello

di neve bianca

che gela le spalle

che punge le vene,

sotto questo nero infinito

trafitto da spilli di luce.

 

(Fabrizia Sarti)

Case al sole

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Un altro angolo del giardino preferito.

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