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7.I MOMENTI PREFERITI DELLA GIORNATA

 

 

I quadri di Canuti sono sempre collocati nei suoi orari preferiti. Quando li guardo, mi piace immaginare che ora è, se c’è caldo, se c’è vento, e mi è facile farmi un’idea, mi sembrano dati trasparenti. O forse è la mia fantasia, magari perché so che i pomeriggi erano i suoi prediletti, quando la luce sta per precipitare nella sera.

I colori sono ancora caldi, ma come incipriati, amalgamati da una lente rosa.

A volte attendeva paziente che la luce sfacciata si abbassasse, che passasse l'abbaglio, che i colori emergessero più veri.

Tornava su dal pratino con il pennello ancora in mano dicendo che c’era troppa luce accecante. Si sedeva di nuovo con noi per defilarsi nel tardo pomeriggio, di nuovo davanti al cavalletto, nella luce più garbata che preferiva.

Se doveva finire nel pomeriggio un quadro che aveva iniziato di mattina, lo vedevi cambiare tutte le luci e le ombre per adeguarlo alla nuova atmosfera. Spesso poi, in bottega, ci ritornava sopra per cambiare tutto. Poi ad un certo punto si fermava, dicendo che tantovaleva: con un quadro non si è mai finito. Questo far muovere i quadri nella giornata, spostare le montagne, gli alberi e le stagioni (a volte una primavera in mezz’ora diventava un paesaggio innevato) li faceva sembrare quasi un film, dove lui, regista rigoroso, difficilmente diceva: buona la prima. 

 

 

Maestro, lei può dare il suo contributo all’umanità... e non si tratta di una cosa trascurabile oggigiorno, mentre gli uomini fanno di tutto per distruggere ciò che ha un senso nella vita.

(Sandor Marai, La sorella)

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Nella mia casa su fiume

le giornate brillano,

e c’è un’aria corrente

che porta via i fantasmi.

 

Ma quando i fagiani

vanno a dormire

sui rami più alti dell’acacia,

ed esco nel buio,

mentre affondo

nella ghiaia della riva,

percepisco bisce serpeggiare,

intrecciandosi tra i sassi,

 

sono i fantasmi

senza pace

che sempre ritornano

brulicanti

tormentati

instancabili

imperiosi.

 

Allora torno indietro,

nel buio gocciolante

i piedi si impigliano

nell’erba imperlata,

mentre vedo in fondo

la luce pallida di casa.

 

(Fabrizia Sarti)

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Tavolozza con i colori preferiti

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